Parlando di relatività, è vera l’affermazione che a velocità prossime a quella della luce il tempo rallenta perché lo spazio si contrae e quindi si accorcia la distanza percorsa? Se è così, com’è possibile che il viaggiatore “veda” lo spazio contrarsi ed un osservatore esterno non “veda” la stessa cosa? Grazie!

Quando un oggetto si muove rispetto ad un sistema di riferimento allora le sue dimensioni si contraggono lungo la direzione del moto. Ciò significa, di converso, che un oggetto in moto vedrà la distanza tra due punti (ad esempio il punto di partenza e quello di fine del suo viaggio) diminuire rispetto alle misure effettuate da fermo rispetto ai due punti. Non è però del tutto corretto dire che la distanza percorsa si accorcia, perché chi vede la distanza diminuire è l'osservatore solidale con il veicolo che in realtà vede se stesso fermo e gli altri oggetti muoversi.

Se un'astronave parte dalla Terra per Sirio (8.6 anni luce dalla Terra) viaggiando ad una velocità che rende il fattore relativistico pari a 2 allora gli astronauti vedranno, appena raggiunta la velocità di crociera, Sirio distare poco più di 4 anni luce. Però loro misureranno una durata del viaggio pari alla metà del tempo misurata dalla Terra (ad esempio gli astronauti potrebbero comunicare con un segnale EM l'arrivo, quando arriverà sulla Terra ai terrestri basterà sottrarre 8.6 anni al tempo complessivo tra partenza dell'astronave e arrivo del segnale per misurare la durata del viaggio nel LORO sistema di riferimento). Complessivamente resterà quindi costante, e uguale nei due sistemi di riferimento  il rapporto distanza Terra-Sirio e la durata del viaggio, perché la velocità con cui la Terra ha visto l'astronave muoversi deve essere uguale in modulo alla velocità con cui gli astronauti hanno visto Sirio venirgli incontro (e la Terra allontanarsi).

La cosa può sembrare strana ma lo è soltanto se si penso allo spazio come ad un ente fisico indipendente, simile ad un oggetto materiale per il quale le deformazioni sono una realtà fisica assoluta.

In realtà diventa tutto più semplice se si pensa, come correttamente è, allo spazio solo come ad un "punto di vista", uno dei due modi in cui manifestano le proprietà geometriche dello spaziotempo, per cui osservatori diversi vedono manifestarsi gli stessi fenomeni o eventi spaziotemporali in modi diversi nei loro aspetti spaziali e temporali. Ciò che è assoluta è la distanza spaziotemporale, chiamata anche quadridistanza, il cui quadrato è dato dall'espressione

c2T2 – L2

dove T è il tempo misurato tra il verificarsi di due eventi e L è la distanza tra i punti in cui accadono i due eventi.

Il concetto, e quindi la soluzione di questo paradosso, risulta ancora più chiaro se si considera che Relatività Generale ha mostrato che lo spaziotempo altro non è che una struttura geometrica che esprime la relazione tra gli eventi, ma nello stesso tempo è strettamente dipendente da tale relazione.