Sappiamo che la Terra esiste da più di 4,5 miliardi di anni. Vista la distanza dal sole, l’interno della Terra dovrebbe ormai essersi raffreddato almeno parzialmente. Perchè questo non è avvenuto?

L’idea di un raffreddamento progressivo della Terra era già presente all’inizio del XX secolo. Una tale ipotesi, tuttavia, nasceva più che altro per spiegare la presenza delle deformazioni della crosta terrestre, quali per esempio le montagne e le grandi fratture. Si pensava, infatti, che fossero il risultato di una contrazione della crosta terrestre associata al raffreddamento. Così come una mela si raggrinza quando la si lascia per alcuni minuti in forno producendo corrugamenti ed irregolarità, allo stesso modo la crosta terrestre darà origine a pieghe e sovrascorrimenti individuabili con le catene montuose. Questo modello, però, cominciò a vacillare con la scoperta degli elementi radioattivi nelle parti più profonde della crosta terrestre. Inoltre, non spiegava in modo soddisfacente la distribuzione delle catene montuose del Terziario e la loro giovinezza. E ancora, non chiariva perchè le “rughe” rappresentate dalle montagne a pieghe non fossero distribuite uniformemente anziché limitate a zone ristrette.

Anche la determinazione dell’età della Terra, tra la fine del XIX ed inizio del XX secolo, era stata calcolata ipotizzando un raffreddamento progressivo. Secondo il fisico Lord Kelvin, infatti, l’età del globo terrestre era dell’ordine di 100.000 anni al massimo. Al suo interno non esisteva alcuna fonte di calore oltre a quella primordiale, o per lo meno come lui stesso affermava, non era ancora stata scoperta. La spiegazione più plausibile era supporre che inizialmente fosse un globo rovente che gradualmente disperse il proprio calore interno. Solo con l’utilizzo in campo geologico della tecnologia e la collaborazione di ricercatori provenienti da altri campi di studio, come la fisica, fu possibile scalzare definitivamente le valutazioni proposte da Lord Kelvin; anche il “contrazionismo” – e con lui il raffreddamento progressivo – caddero in abbandono quando si scoprì la presenza di materiale radioattivo nel sottosuolo.

Al decadimento degli elementi radioattivi nel mantello superiore è associato lo sviluppo di calore. Quindi, al di sotto della crosta continuano ad esistere strati di materia parzialmente fusi con comportamento plastico a causa delle elevate pressioni a cui sono soggetti. Gli elementi più leggeri che subiscono il riscaldamento tendono a risalire verso la superficie insinuandosi nelle spaccature e fessure sottoforma di magmi.

 

Bibliografia

Mosso G.; 2001: Teorie alternative alla tettonica a zolle; tesi di Laurea; Università di Torino