Perché i fili d’erba una volta tagliati ricrescono mentre le foglie no? Grazie per la risposta e complimenti per questo interessantissimo sito.

La maggior parte delle specie di erbe che colonizzano per esempio il prato che abbiamo vicino a casa, appartengono alla classe delle monocotiledoni. Queste piante sono comparse sulla Terra circa 120 milioni di anni fa dando origine ad un nuovo bioma: la prateria, grazie alla quale si sono evoluti anche gli animali equini. Durante l’epoca geologica denominata Giurassico, in effetti, non esisteva ancora lo strato di vegetazione definito come "erbaceo", così come non esistevano animali adatti a cibarsene. A questo gruppo di piante appartiene anche la nota famiglia delle Graminaceae  o Poaceae entro la quale troviamo numerose specie che compongono anche il nostro prato (vedi tabella). Se il prato non viene mai tagliato, prima dell’estate, sarà possibile notare che ogni singolo individuo di erba produce dei piccoli fiori riuniti in infiorescenze in grado di disperdere il loro polline attraverso l’azione del vento.

 

 

Il fusto (culmo) di queste erbe è per lo più cavo, salvo in alcuni punti, i nodi, da cui si dipartono le foglie in modo alterno. Queste presentano delle nervature disposte parallelamente tra loro e solitamente sono molto lunghe; una parte, tuttavia, avvolge il fusto (la guaina), mentre il lembo restante si distanzia dalla pianta per prendere la luce.

La dinamica di crescita e rinnovamento delle foglie di queste piante non è differente rispetto a quelle dell’altra classe di piante complementari ma a foglia larga e con nervatura reticolata: le dicotiledoni. Infatti, se si osserva con una lente il lembo di una foglia di graminaceae del nostro prato (vedi figura), recisa dal tagliaerba trasversalmente, è possibile notare che nel punto di taglio i tessuti non si rigenerano nel corso del tempo, ma neppure degenerano, la foglia rimane in questo stato, benché mutilata. In realtà, se si osserva con maggiore attenzione la stessa piantina, ma ci si concentra a livello dei nodi, si scopre che è in questa precisa zona del culmo il punto dove crescono le nuove foglie, non nella zona di foglia tagliata. Queste giovani foglie, una volta completamente sviluppate, compenseranno le lacune, in termini di richieste energetiche, delle parti mancanti delle foglie più vecchie.

 

Un filo d’erba, quindi, è una foglia come tutte le altre, sebbene anatomicamente diversa. Se si recide parzialmente il lembo di una foglia di quercia, per esempio, non si osserva la ricrescita di nuovi tessuti per bilanciare la superficie mancante, piuttosto all’ascella dei rami si schiuderanno nuove gemme fogliari non ancora sviluppatesi.

Come si vede, l’osservazione è molto importante per comprendere ciò che non capiamo riguardo al mondo della natura, basta armarsi di una buona dose di pazienza e di tempo, qualità che si va perdendo a causa della frenesia della vita quotidiana nelle grandi città.

  
"Un buon filosofo deve in leggendo sospettare di tutto né troppo alle opinioni, benché antiche e comunemente abbracciate, abbandonarsi, essendo la cautela speculatrice della verità e questa è figliuola del tempo, dell’osservazione e dell’esperienza."

Antonio Vallisneri, naturalista del XVII sec.

 

 

Ringraziamenti:
Ceruti A.; 1996; Il nuovo Pokorny; Loescher Editore