Perché l’acqua spegne il fuoco?

Esiste il triangolo del fuoco.
Il triangolo del fuoco rappresenta i fattori necessari per generare una fiamma:

-COMBUSTIBILE: è la sostanza in grado di bruciare.
In condizioni normali, può trovarsi allo stato solido (exp.: carta, legna, carbone, etc…), liquido (exp.: alcol, benzina, gasolio, etc…) o gassoso (exp.: propano, metano, idrogeno, etc…).
Inoltre si contraddistinguono i combustibili Naturali (adoperati senza modifiche, come il metano) e Derivati (adoperati dopo, ad esempio, lavori di raffinamento, come benzine e GPL).

Una caratteristica molto importante di ogni combustibile è il suo potere calorifico: rappresenta la quantità di calore (calorie) prodotta per kg di combustibile.

-COMBURENTE: è una sostanza che agisce come ossidante di un combustibile in una combustione e senza di esso la combustione non ha luogo.
Alcuni esempi di comburente sono Ossigeno, Idrogeno, Cloro, Fluoro, etc…

-INNESCO: è un qualsiasi fenomeno energetico che dà il via alla combustione.
Può essere di varia natura come elettrica (un corto circuito), chimica (reazioni esotermiche), termica (come una fiamma), e molte altre.
Senza di esso, anche se combustibile e comburente sono presenti insieme, la reazione di combustione non può avvenire.

L’acqua ha una importante caratteristica: assorbe molto calore per riscaldarsi e si dice che ha un alto calore specifico.
Il fuoco è caldo e l’acqua, assorbendone il calore, sviluppa vapore acqueo.
Il vapore si sviluppa violentemente, si dilata e occupa spazio prendendo il posto dell’ossigeno, che è il cibo essenziale del fuoco.

Quindi l’acqua agisce su due fronti: da una parte assorbe il CALORE della fiamma mentre dall’altro, con la produzione di vapore, "soffoca" la fiamma.
Impedendole di bruciare l’ossigeno, l’acqua fa fuori in un colpo solo l’innesco (che è il calore) e il comburente (che è l’ossigeno)

Ad esempio, in incendi provocati da olii combustibili, l’acqua peggiora gli effetti ,diventando veicolo di trasporto dell’olio incendiato che, essendo più leggero dell’acqua stessa, galleggia e si espande.

Infatti, gettando l’acqua, l’incendio si diffonde e in quel caso sono necessarie specifiche schiume che soffocano la fiamma sottraendo l’ossigeno e quindi eliminando il fattore comburente.
Per spegnere gli incendi, inoltre, esistono, oltre all’acqua e alle schiume, polveri, CO2 e quant’altro contribuisca a raffreddare o a soffocare le fiamme.

Per i quadri e le centrali elettriche,le normative prevedono l’installazione e l’utilizzo di impianti o estintori ad anidride carbonica (CO2) che, oltre a ghiacciare le parti incendiate, evitano danni alle strutture e non lasciano residui se non un leggero strato di ghiaccio mentre le polveri possono essere utilizzate ma rendono però inutilizzabili le componenti elettriche.

Se parliamo di pozzi petroliferi, le fiamme si propagano alla sommità del getto, quindi a qualche decina di metri da terra, e il greggio bollente si propagherebbe nell’aria causando danni peggiori.

L’unico sistema per spegnere un pozzo petrolifero è quello di sottrarre ossigeno e di soffocare la fiamma con una violenta esplosione generata da trinitrotoluele sintetico (TNT), che esplode per variazione di pressione generata da innesco a distanza, in questo caso l’incendio si spegne e il petrolio continua a zampillare e può essere raccolto.