E’ possibile, e se sì come è possibile, che una soluzione contenente varie specie ioniche possa condurre elettroni tra due elettrodi posti a contatto con essa se la ddp tra loro non è sufficiente né ad ossidare né a ridurre nessuna delle specie ioniche in soluzione? Pensavo: se la ddp non è sufficiente per “strappare” gli elettroni agli ioni, com’è possibile che questi passino da un elettrodo all’altro?

Se a una soluzione elettrolitica viene applicata
una differenza di potenziale mediante due elettrodi immersi in essa ,
i cationi verranno accelerati verso l’elettrodo con carica negativa
e gli anioni verso l’elettrodo con carica positiva. Si avrà
dunque uno spostamento netto di carica attraverso la soluzione, quindi
conduzione di corrente elettrica.

Se si applica una ddp costante nel tempo,
tale che possa avvenire una riduzione al catodo e un’ossidazione
all’anodo, in prossimità degli elettrodi si avranno scambi
di elettroni che permetteranno di chiudere il circuito, così che
la corrente possa continuare a fluire nella soluzione. Se invece la ddp
è insufficiente per far avvenire l’elettrolisi si otterrà
uno stato stazionario, in cui la concentrazione dei cationi sarà
maggiore in prossimità del catodo rispetto al resto della soluzione
e la concentrazione degli anioni sarà maggiore in prossimità
dell’anodo rispetto al resto della soluzione; ma non si avranno scambi
di elettroni agli elettrodi, quindi una volta raggiunto lo stato di equilibrio,
la corrente attraverso la soluzione cesserà. Ciò che si
ottiene in pratica è un condensatore.

Se la ddp oscilla nel tempo in modo che il
polo negativo e il polo positivo si alternino periodicamente con una frequenza
sufficientemente elevata, la soluzione condurrà corrente elettrica,
una corrente alternata, senza che si abbia elettrolisi.