Salve, vorrei sapere se sono stati condotti esperimenti sul Reiki da scienziati seri e attendibili, e e a quali risultati abbiano condotto.

 

 Trattamento Reiki (Illustrazione tratta da http://www.itsessentialsspa.com/body.html)

 

La parola Reiki deriva da Rei, energia universale creatrice del tutto, e Ki energia vitale presente in ogni organismo vivente. Quindi Reiki significa di fatto energia vitale universale (piuttosto evidenti appaiono le analogie con i nomi Qi o Chi, con i quali viene indicata l’energia vitale da parte dei cultori dell’agopuntura e il Prana, invocato invece dai pranoterapeuti).

I primi riferimenti storici al Reiki sembrano provenire da testi in sanscrito ritrovati in un tempio Zen da un teologo giapponese. Di “guarigioni” con il Reiki nelle aree settentrionali dell’India e del Tibet si parla anche in testi sutra. Appare dunque piuttosto verosimile parlare di un origine plurietnica indo-cinese-tibetana del Reiki.

Il Reiki non è propriamente una medicina alternativa. Essa è infatti una disciplina complessa costituita da un misto di filosofia, religione e, talvolta, alcune prescrizioni prettamente terapeutiche. Tuttavia, alcuni cultori del Reiki ne forniscono interpretazioni differenti. Ad esempio, Sponzilli nella prefazione di un volume dedicato a tale disciplina lo definisce come:
 
un’arte terapeutica sacra che permette di connettersi con l’<energia pura> che proviene dall’Assoluto, dal Brahma, dal Dio1.
 
Gli autori dello stesso libro sostengono poi che il Reiki:
 
non è una religione, né si ispira o fa riferimento ad alcuna filosofia […] è una dottrina spirituale molto semplice e tuttavia in grado di incidere profondamente nell’animo umano.
 
Dal punto di vista strettamente terapeutico, il Reiki prevede l’apposizione delle mani secondo certe regole che, in base a un presupposto concettuale spirituale, prevedono il trattamento manuale di zone del corpo variabili a seconda del disturbo o della patologia che si vogliono curare.
 
Secondo il Reiki le malattie sono attribuibili a disarmonie tra i chakra (centri di forza tra i quali si muoverebbe l’energia vitale). Ogni chakra presiederebbe a distretti specifici del corpo, per cui il trattamento Reiki andrà progettato in base al disturbo. Sono solitamente previsti tre tipi di trattamento (di base, veloce, autotrattamento), con l’intento di trasmettere l’energia ottenuta grazie all’imposizione delle mani sui chakra, mentre il soggetto è disteso sia supino (11 posizioni) che prono (7 posizioni), per una durata di circa un ora. Secondo i suoi sostenitori il Reiki consente di trattare le più diverse patologie: tiroiditi e altre endocrinopatie, neuropatie, disturbi mentali e labirintici, epilessia, disturbi caratteriali, affezioni gastrointestinali, epatiti, colecistopatie, affezioni cardiorespiratorie e persino tumori. Per fortuna, pur convinti del proprio potenziale terapeutico, i fautori del Reiki non esitano a ribadire che la loro disciplina terapeutica non intende sostituirsi alla medicina ufficiale.
 
A questo proposito Giorgio Dobrilla, autore di un ottimo libro sulle medicine alternative2, afferma:
 
Eppure, si dovrebbe criticamente rilevare che per gli “alternativi” la medicina convenzionale non sarebbe olistica e, avendo perso di vista l’unicità uomo/natura, agirebbe con mezzi che poco hanno a che fare con trasmissione di energia e di forze. Questa apertura alle cure convenzionale dei terapisti Reiki sottintende una certa incongruenza e lascia piuttosto perplessi.
 
Lo stesso Dobrilla, facendo riferimento a quanto disponibile in letteratura medica, afferma:
 
Manca inoltre ogni prova che l’effetto benefico soggettivo che può conseguire ad un trattamento Reiki, sia superiore a quello proprio di qualsiasi provvedimento terapeutico in cui si creda3,4. Il presupposto del Reiki rimane una questione di fede. E infatti i due autori già ricordati1 scrivono proprio di come il Reiki aiuti a percepire il significato della fede: ”La fede è quella che porta a <credere> nell’esistenza di una legge e di un progetto divino a livello universale”.
 
In definitiva quindi non esiste alcun studio che dimostri che il Reiki abbia un’efficacia superiore al semplice effetto placebo4. Va inoltre osservato che dal punto di vista scientifico non vi è alcuna evidenza che confermi l’esistenza dei concetti chiave e dei presupposti teorici su cui si basa il Reiki: energia universale, energia vitale, energia pura, chakra, ecc. sono entità ipotetiche di cui la scienza non ha mai trovato alcun riscontro.
 
Naturalmente dal punto di vista scientifico si può solamente fornire un giudizio sulla presunta efficacia terapeutica del Reiki e sulla fondatezza dei suoi presupposti teorici strettamente legati alla medicina, all’anatomia e alla fisiologia. Nulla invece si può dire sui suoi aspetti prettamente filosofici e metafisici con i quali i suoi seguaci affrontano la loro esistenza: si tratta di scelte personali relativamente alle quali ognuno è ovviamente unico arbitro.
 
 
Note:
 
  1. O. Sponzilli, Prefazione al libro: M.G. Carini, G.C. Visconti, Iniziazione al Reiki, Edizioni Mediterranee, Roma 2002;
  2. G. Dobrilla, Le alternative. Guida critica alle cure non convenzionali, Avverbi-Zadig, Grottaferrata e Roma 2008. Da questo libro è tratta la maggior parte delle informazioni riportate in questa risposta;
  3. C. Moerman, Cure del cancro con terapie naturali, Hermes edizioni, Roma 1993; 
  4. G. Dobrilla, Placebo e dintorni. Breve viaggio fra realtà e illusione, Pensiero Scientifico Editore, Roma 2004.
 
Per ulteriori approfondimenti (in inglese):