Salve, vorrei sapere cosa ne pensate del controverso caso del “Poltergeist di Rosenheim”, ringrazio anticipatamente confidando di suscitare il vostro interesse.

Prima di esaminare il caso specifico di Rosenheim, vale la pena descrivere in generale il fenomeno poltergeist.

Il termine poltergeist deriva dal tedesco polter (scompiglio) e geist (spirito) e letteralmente significa quindi “spirito rumoroso, dispettoso”. Esso viene utilizzato per indicare quell’insieme di fenomeni insoliti che interesserebbero alcune abitazioni e che vengono spesso attribuite a cause soprannaturali quali, appunto, infestazioni spiritiche: caduta, rottura e sparizione di oggetti, accensione o spegnimento di luci, principi di incendio, ecc.

Una caratteristica costante di tutti i casi di poltergeist è la presenza in casa di un ragazzo o ragazza adolescente o comunque di giovane età. Molto spesso è inoltre emerso che all’interno della famiglia esistevano tensioni e dissidi che rendevano difficile la comunicazione con i genitori da parte dell’adolescente. Tutte le volte che è stato possibile esaminare a fondo questi casi, attraverso un controllo diretto o mediante l’installazione di telecamere nascoste, è emerso, molto prosaicamente, che gli artefici degli strani avvenimenti non sono gli spiriti, ma gli stessi ragazzini adolescenti. Operando furtivamente e senza farsene accorgere dai genitori, i ragazzini realizzano gli ingenui dispetti per esternare le proprie difficoltà di comunicazione e i propri problemi adolescenziali, nel tentativo di attirare indirettamente l’attenzione su di sé. In certi casi poi, anche in assenza di particolari problemi psicologici, i ragazzini sono semplicemente in vena di scherzi burloni. Solo che, di fronte alle reazioni allarmate dei genitori e dei parenti, non trovano successivamente il coraggio di confessare la burla.

Di fronte a tali evidenze appaiono quindi del tutto fuori luogo le teorie che vogliono interpretare questi fenomeni in senso paranormale. Oltre alle improbabili ipotesi spiritiche, alcuni parapsicologi si sono sbizzarriti in altrettanto improbabili spiegazioni. Ad esempio, secondo il parapsicologo americano William G. Roll (n. 1926), i fenomeni deriverebbero da forze psicocinetiche originate dall’aggressività dei ragazzi coinvolti. Nessuna azione psicocinetica è però mai stata dimostrata, mentre, come si è detto, moltissime volte gli adolescenti in questione sono stati sorpresi con le mani nel sacco mentre realizzavano i “fenomeni” per via assolutamente normale.

L’adolescente che assume questi comportamenti ha evidentemente dei problemi irrisolti. Gli esperti seri che si sono occupati del fenomeno consigliano quindi estrema cautela, nell’interesse dei ragazzi stessi. Innanzi tutto consigliano di evitare di dar troppa pubblicità all’evento, evitando che diventi di dominio pubblico. Inoltre ritengono assolutamente utile l’intervento di uno psicologo che instauri un dialogo con l’adolescente e con l’intera famiglia per cercare di risolvere insieme i problemi di comunicazione e di superare le difficoltà. Purtroppo questo non sempre accade e talvolta le conseguenze possono assumere risvolti drammatici. È il caso, ad esempio, di Tina Resch (Christina Boyer). Tina era una ragazzina di Columbus, nell’Ohio, che nel 1984 fu al centro di un caso di poltergeist che ebbe una certa celebrità. Le indagini eseguite consentirono di scoprire ben presto che era lei stessa l’artefice degli strani fenomeni che accadevano nella sua casa. Una telecamera lasciata accesa fortuitamente la riprese, ad esempio, mentre faceva cadere una lampada. Tina aveva evidentemente seri problemi che purtroppo non vennero adeguatamente affrontati e tanto meno risolti.

Dopo questa necessaria premessa, veniamo al caso di Rosenheim. Nella cittadina di Rosenheim, nell’alta Baviera, nel novembre 1967 l’ufficio dell’avvocato Sigmund Adam fu teatro di insoliti eventi: le valvole elettriche e alcune lampade bruciavano, le luci si accendevano e si spegnevano in modo apparentemente spontaneo. Inoltre centinaia di telefonate venivano registrate dalla centrale sebbene, apparentemente, nessuno usasse il telefono dell’ufficio. L’avvocato denunciò gli strani fenomeni presso le compagnie elettrica e telefonica che inviarono tecnici per un sopralluogo. Dopo il loro intervento, tuttavia, i fenomeni continuarono. Ci si rivolse allora  all’università di Friburgo, e il noto parapsicologo Hans Bender (1907-1991), insieme ai due fisici, fece indagini sugli strani episodi. Dalle indagini emerse un fatto significativo. Tutti i fenomeni avvenivano solo durante le ore di ufficio, e in particolare quando era presente una ragazza di 19 anni, di nome Annemarie Schabel, che lavorava presso l’avvocato. Gli strani fenomeni inoltre cessarono completamente quando, qualche tempo dopo, la ragazza cambiò lavoro e cessò di frequentare lo studio dell’avvocato. Un esame psicologico condotto sulla ragazza rivelò che era affetta da “labilità psichica, elevata eccitabilità, bassa tolleranza alle frustrazioni” (Pietro e Brunilde Cassoli, La parapsicologia, Milano 2000, p. 64). Inoltre si evidenziò che Annemarie non era affatto soddisfatta del lavoro che svolgeva presso l’avvocato e che gli strani episodi avvenivano con maggiore frequenza quando la ragazza era maggiormente disturbata emotivamente.

Alla luce di quanto esposto nella premessa, quindi, il “caso Rosenheim” appare un caso classico di poltergeist, originato dalle frustrazioni emotive di una giovane ragazza che voleva evidentemente in tal modo manifestare e riscattare la sua insoddisfazione per il lavoro che svolgeva. Appaiono pertanto privi di fondamento tutti i tentativi di interpretazione paranormale che diversi autori hanno cercato di fornire relativamente all’episodio.