A proposito del “Doppio Ammasso” in Perseus, esso viene di solito definito con le sigle H e χ. In molti testi, al posto delle lettere greche, viene definito come “acca e chi persei”. Non sarebbe più esatto pensare che la H è la maiuscola della lettera greca eta, visto che la chi maiuscola o minuscola sono uguali tra loro, a parte le simensioni?

No, la h minuscola che indica NGC884 (il più orientale dei due ammassi) è proprio una h latina. Non è una lettera greca.

Fu Johann Bayer ad introdurre, con la pubblicazione del suo famossissimo atlante celeste Uranometria, nel 1603, l’uso di elencare le stelle, costellazione per costellazione, con le lettere greche minuscole, normalmente in ordine di luminosità. Così la stella più brillante della costellazione del Toro è indicata come alfa Tauri, la seconda beta, e così via.

Come ben noto questo sistema presenta oggi diverse incongruenze.

  • In primo luogo non tutte le stelle alfa sono le più luminose della loro costellazione (per esempio beta orionis, Rigel, è più brillante della alfa, Betelgeuse; e di esempi ce ne sono parecchi).
  • Alcune stelle sono finite nella costellazione "sbagliata" dopo che, nel 1930, l’unione astronomica internazionale ha stabilito definitivamente i confini delle costellazioni. Questo ha portato anche al curioso fatto che due stelle hanno doppia denominazione di Bayer (beta Tauri è anche gamma Aurigae e alfa Andromedae è anche delta Pegasi). Ciò è accettato anche a livello di database moderni (per esempio il notissimo SIMBAD).

Tuttavia, per motivi storici, l’elencazione del Bayer viene mantenuta ed usata perfino in campo professionale. Anche perchè, bisogna ammetterlo, "beta Canis Majoris" ha tutt’altro fascino che "SAO151428"!

Meno noto è il fatto che, in costellazioni molto ricche, Bayer arrivò ad esaurire le lettere greche minuscole, ed usò allora, in sequenza, le lettere latine minuscole (tra cui ovviamente la h) e poi le latine maiuscole, senza mai andare, però, oltre la Q (esempio famoso di una stella con questa nomenclatura è P Cygni).

Ecco perché NGC884 è proprio "h Persei" con la h lettera latina minuscola.

Per inciso, si spiega anche perchè la nomenclatura delle stelle variabili, che si cominciarono a catalogare ben dopo l’epoca del Bayer, partì dalla R. Era la prima lettera che risultasse "disponibile" in qualsiasi costellazione.

Da notare che Bayer NON segnalò come oggetti nebulosi i due ammassi (e nemmeno l’altrettanto vistosa M31, che ignorò del tutto), ma si limitò a riportare due stelle. Pertanto l’associazione di NGC884 con h Persei è successiva. Inoltre oggi, proprio a fare i pignoli, il nome chi Persei non è associato al secondo ammasso (NGC869) bensì a una debole stella (SAO 23149, magnitudine 5,99) posta 23′ a NNW del centro di NGC869.

Insomma, "h e chi Persei" sono in realtà, a rigor di cataloghi, un ammasso segnato come una stella in un atlante di 400 anni fa e una debole stellina. Ma è ormai invalso l’uso di chiamare così i due ammassi, e praticamente tutti lo fanno, per cui si continuerà (immagino) a farlo anche in futuro.

Qui si vede la mappa del Bayer di Perseo e qui quella di Andromeda. Come si vede vicino a Beta, mu e ni NON c’è M31!

 

Da notare che Tolomeo, nell’Almagesto (circa 150 d.C. quindi oltre 1400 anni prima di Bayer) segnala come "nebulosa" la stella che segna la mano destra del Perseo. Quindi certamente anche Bayer "vedeva" la nebulosità del doppio ammasso, ma scelse di segnarla come due stelle. Non so se sia noto il perché.

Nota: ricordiamo che in cielo est e ovest sono invertiti. Quindi è corretto che NGC884 è il più ORIENTALE (più a est) dei due ammassi, anche se sta a SINISTRA in una cartina celeste quando il nord è in alto!