La mancata osservazione scientifica dei fenomeni paranormali ne dimostra l’inesistenza o l’insufficienza del metodo di osservazione? Ossia la modalità di osservazione controllata potrebbe di per sé ostacolare il prodursi del fenomeno alterando a livello emotivo inconscio le condizioni dei soggetti anche quando non sanno di essere osservati?

Premetto innanzi tutto un paio di osservazioni: 1) fino a oggi nessuno è mai riuscito a presentare prove convincenti che dimostrino l’esistenza di un solo fenomeno paranormale; 2) l’assenza di prove non può in nessun caso essere considerata una prova di inesistenza, sarebbe un errore logico sostenerlo.

Quando la dimostrazione di esistenza di un presunto fenomeno paranormale fallisce di fronte a un controllo opportunamente predisposto, molti “credenti” nel paranormale avanzano proprio l’obiezione considerata dal lettore. Si tratta di quello che solitamente viene chiamato “effetto scettico”. In pratica la presenza di osservatori scettici, ovvero interessati ai controlli, farebbe svanire i poteri dei soggetti coinvolti e, in generale, il realizzarsi del fenomeno. (Questa obiezione viene ad esempio abitualmente avanzata dai medium per impedire ad osservatori scettici di partecipare alle loro sedute spiritiche: tutti i partecipanti devono essere rigorosamente credenti, altrimenti gli spiriti non si manifestano).

Dal punto di vista strettamente logico l’obiezione potrebbe essere anche fondata. Tuttavia se si assume valida tale obiezione si esce inevitabilmente al di fuori di ogni discorso scientifico in quanto le affermazioni che si intendono studiare finiscono per essere infalsificabili nel senso attribuito da Karl Popper a questo aggettivo (si veda questa mia precedente risposta: http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=2816).

Se si assume valido questo principio si può infatti sostenere l’esistenza di qualsiasi cosa, per bizzarra e strampalata che sia. Ad esempio, io posso sostenere che esistono gli asini che volano, però nessuno li ha mai visti perché tutte le volte che si cerca di osservarli (direttamente o tramite strumentazioni) essi svaniscono senza lasciare traccia. L’esempio, volutamente paradossale, fa capire bene come questo “effetto scettico” non possa in alcun modo essere accettato in un discorso scientifico.

 

Se i fenomeni paranormali esistono, sono fenomeni empirici e come tali devono poter essere osservati attraverso i normali metodi e canoni di cui la scienza dispone, visto che essa è il miglior strumento che l’uomo possiede per lo studio dei fenomeni empirici. Nessuno ovviamente si sogna di sostenere che i metodi di osservazione di cui la scienza attuale dispone siano perfetti, assoluti e immutabili. La storia della scienza mostra molto bene come tali metodi si evolvano e rendano via via possibile l’osservazione di fenomeni che un tempo erano al di fuori di ogni possibilità di accesso. Per questo motivo non si può escludere a priori che in futuro qualcuno riesca a dimostrare l’esistenza di fenomeni paranormali, ma sostenerne l’esistenza prima di aver raccolto prove adeguate appare del tutto inopportuno, irrazionale e contrario a ogni canone di scientificità.