Per quale ragione il genere umano, a differenza dei primati dai quali dovrebbe discende, ha un manto peloso pressocché irrilevante e senza dubbio inefficace? È plausibile arguire che la nostra specie abbia avuto un’origine acquatica? Ciò del resto spiegherebbe per quale motivo i neonati nuotino istintivamente. Grazie.

I paleoantropologi ritengono che l’uomo, l’orango, lo scimpanzè e il gorilla hanno avuto un progenitore ancestrale comune.
 
 A parte l’uomo, in effetti, le altre tre specie possiedono un manto peloso folto; per quale ragione allora nell’uomo la densità di peli sul corpo in alcune parti si è così ridotta?

L’idea di un discendente acquatico glabro è assai attraente, tuttavia è arduo ipotizzarlo, poiché non è supportato – almeno fino ad ora – da evidenze paleo-antropologiche. Inoltre, lo stesso ragionamento che Lei ha applicato si potrebbe trasporre a favore della discendenza da un progenitore arboricolo pensando che ai bambini piace istintivamente arrampicarsi sugli alberi.

Nei primi momenti di vita i neonati, oltre che a nuotare in acqua, possiedono un’altra caratteristica: quella di respirare parzialmente attraverso la pelle, peculiarità esclusiva degli anfibi. Si sono anche verificati dei casi eccezionali di neonati venuti alla luce con le branchie sul collo, che è tipica dei pesci.

Il famoso naturalista Ernst Haeckel disse che “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”, "Tutte e due le serie dell’evoluzione organica, l’ontogenesi dell’individuo e la filo-genesi della stirpe a cui esso appartiene, stanno fra loro nel più intimo rapporto causale. La storia del germe è un riassunto della storia della stirpe, o, con altre parole, l’ontogenesi è una ricapitolazione della filogenesi."  Cioè tutte le varie fasi di sviluppo dell’embrione all’interno del grembo materno, dalle prime settimane di gestazione fino alla formazione dell’individuo completo, corrispondono esattamente alla sequenza dell’evoluzione delle 4 classi di animali. L’embrione umano nelle prime settimane, infatti, è molto simile a quello dei pesci, in quelle successive assume l’aspetto dell’embrione maturo di anfibi, poi quello dei rettili, degli uccelli e infine dei mammiferi. Non stupisce quindi che il neonato mantenga alcuni comportamenti e proprietà tipiche degli animali a cui è legato filogeneticamente. 

In realtà, la spiegazione esatta viene ancora una volta fornita  dalla teoria dell’evoluzione formulata da Darwin – Wallace nel XIX secolo.Ogni organismo in natura è quasi perfetto per l’habitat in cui vive; organi superflui o inutili vengono eliminati dalla selezione naturale. Non è vantaggioso spendere energie per esempio per irrorare di sangue milioni di bulbi piliferi per far crescere un manto peloso non indispensabile alla sopravvivenza, in cui peraltro possono annidasi pericolosi parassiti, quali pulce e zecche, portatori di malattie. L’uomo, da quando è stato in grado di realizzare degli strumenti, ha fatto anche in modo di ritagliarsi delle pellicce e delle pelli per ripararsi ulteriormente dal freddo. Questo adattamento si è rivelato vincente e la natura lo ha premiato dandole la possibilità di trasmetterlo alla prole e alle generazioni future. Una fitta peluria non è vantaggiosa se fa molto caldo, è molto più semplice togliersi degli strati di pelle di animali cacciati e usati come indumenti.

 

 

 Bibliografia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Classificazione_scientifica