Dopo aver letto il libro “Il pianeta degli dei” di Z. Sitchin, vorrei sapere se è astronomicamente fondata la teoria circa l’esistenza di un pianeta abitato che ogni 3600 anni passa vicino alla terra e se esso possa essere osservabile con un potente telescopio come Hubble, anche nel suo punto di orbita più lontano dalla terra. C’è un fondo di verità?

Non ho letto il libro e quindi non dovrei esprimere un’opinione su di esso, tantopiù che non so quasi nulla di archeologia, e quindi dovrei limitarmi a rispondere per quanto riguarda la parte prettamente astronomica. Lo farò nella parte finale della risposta.

Non posso però non notare – e far notare al lettore – che leggendo alcune recensioni del libro su Internet, penso abbia il netto sapore di "paccottiglia scientifica", cioè un testo che richiamandosi alla scienza con alcuni termini o concetti ad effetto esprime in sostanza solo la fantasia dell’autore. Qui sotto riporto la recensione, e la nota biografica sull’autore, tratte dal sito "il giardino dei libri" in data 4-10-2007.

Come confermano recentissime scoperte, c’e un altro pianeta nel sistema solare, un pianeta con un’orbita ellittica che transita tra Marte e Giove ogni 3.600 anni. I suoi abitanti- i Sumeri li chiamavano ‘Anunnaki’, la Bibbia ‘Nefilim’- iniziarono a visitare la Terra mezzo milione di anni or sono e le loro gesta possono essere lette nell’Antico Testamento come nel libro di Gilgamesh. Così, tradizioni, leggende e ritrovamenti da sempre circondati da un alone di mistero risultano d’un tratto illuminati di un nuovo e sorprendente chiarore… Se gli antichi Egizi ereditarono il loro sapere dai Sumeri, questi ultimi da chi avevano appreso quelle scienze? La tesi del professor Sitchin è semplice e sconvolgente: ciò che chiamiamo mitologia non è creazione fantastica, ma confusa memoria di fatti realmente avvenuti.

Zecharia Sitchin è nato a Bacu in Russia ed ha vissuto in Palestina, dove ha studiato la Bibbia ebraica scritta in ebraico antico. Ha inoltre studiato l’archeologia del Medio Oriente, prima di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti.
Ha dedicato tutta la sua vita allo studio delle lingue semitiche ed è un’esperto di civiltà Sumera, tanto da essere uno dei pochi studiosi in grado di poter decifrare le iscrizioni scritte nei caratteri cosiddetti "cuneiformi", che ricoprono bassorilievi e le tavolette di argilla ritrovate in tutto il Medio Oriente.
Nei suoi libri traduce i testi sumerici ed evidenzia le somiglianze tra i miti religiosi Sumeri, Greci e Cristiani…
La sua visione è semplice ma sconvolgente: i testi sacri dei popoli antichi non è creazione fantastica, ma confusa memoria di fatti realmente avvenuti!

Incuriosito dalla nota biografica, ho chiesto lumi ad un conoscente, uno dei pochi veri esperti di assiriologia in Italia (è un docente universitario, e sono venuto in contatto con lui perchè mi ha chiese aiuto per datare alcune tavolette che riportano fenomeni astronomici). La sua risposta è stata "Oh no, ristampano ancora quella roba?". In effetti il testo è stato da poco TRADOTTO, ma ha più di vent’anni, ed è considerato pura e semplice spazzatura nella comunità archeologica.

Questo lapidario giudizio, che direi risponde alla domanda del lettore, è confortato anche da questo lungo post

http://www.archeologia.com/forum/fantarcheologia/968-il-pianeta-degli.html

in un sito di archeologia. Lascio al lettore leggerselo e valutarlo.

Tornando alla parte prettamente astronomica, la possibilità che un pianeta abitabile (abitato è un altro paio di maniche) possa incrociare verso il sistema solare interno ogni 3600 anni è estremamente remota, e poco credibile per una lunga serie di considerazioni, quale per esempio la intrinseca instabilità di un’orbita di periodo tanto lungo, che dovrebbe essere enormemente ellittica. Inoltre tale pianeta avrebbe una tempeatura media che, allo stato attuale delle conoscenze, è del tutto incompatibile con la vita, specie se simile alla nostra. Troppo freddo!

Non è nemmeno possibile che la fascia asteroidale principale (quella tra Marte e Giove) rappresenti i frammeti di un "ex-pianeta" esploso o frantumatosi per qualsiavoglia motivo. La massa di tutti gli asteroidi assieme non arriva che a una frazione di quanto necessario per formare un pianeta in grado di trattenere un’atmosfera.

Per rispondere ad altra parte della domanda, un pianeta simile alla Terra che avesse un’orbita tanto allungata sarebbe probabilmente alla portata di Hubble e dei grandi telescopi terrestri in qualsiasi punto della sua orbita (assumendo un diametro ed un albedo simili a quelli della Terra).

Infine notiamo che la recensione riportata contiene un errore macroscopico. Identifica con un corpo recentemente scoperto (penso Sedna, il pianeta nano più esterno del sistema solare) il pianeta ipotizzato da Sitchin. Questo è ridicolo. L’orbita di Sedna nè tra 3600 anni, nè per milioni di anni a venire o nel passato (come minimo) lo porterà o lo può aver portato tra Marte e Giove. Lo stesso vale per Quaoar e altri candidati pianeti nani scoperti di recente.