Vorrei sapere perchè l’induttanza si comporta come un corto circuito e il condensatore come circuito aperto.

Quello che dici è vero in corrente continua dove una induttanza, fisicamente composta da un filo conduttore avvolto su un nucleo ferromagnetico o anche in aria è un conduttore pressoché ideale.
 
La sua equazione del resto è (detti V la tensione, I la corrente, L l’induttanza e t il tempo):
 
V = L dI/dt
 
Quindi in corrente continua (dove tutte le derivate rispetto al tempo sono nulle) dI/dt = 0 da cui si deduce che, per qualsiasi valore della corrente avremo V = 0, un corto circuito, appunto.
 

Duale è il caso del condensatore. Costruttivamente esso è costituito di due piastre affacciate e isolate tra loro, quindi un isolante, quindi un circuito aperto.  La sua equazione, detta C la capacità è:
 
I = C dV/dt
 
anche qui, in corrente continua  dV/dt = 0, per cui, qualunque sia la tensione ai suoi capi, la corrente che circola è zero. Che e’ esattamente il comportamento di un circuito aperto.

 Va da sé che, in regime variabile, le due derivate menzionate sopra non sono più nulle e, di conseguenza, ai capi di una bobina ci può essere un tensione non nulla (la f.e.m. autoindotta) e in un condensatore può circolare una corrente non nulla (la corrente di spostamento).

In regime "quasi stazionario" (ovvero in corrente alternata), induttanze e capacità fanno circolare correnti in quadratura di fase rispetto alla tensione applicata.