Vorrei sapere da che cosa è costituita la spugna idrofila che di solito si vede dai fioristi e come può garantire il corretto pH per le piante.

La spugna idrofila è una schiuma fenolica, che assorbe facilmente l’acqua ed è usata come base per la preparazione di composizioni  floreali. Viene comunemente commercializzata per realizzare composizione floreali, assomiglia a quella che si usa per lavare i piatti ma è più compatta, priva di elasticità e con fori microscopici. Queste caratteristiche la rendono molto malleabile e deformabile, ideale, quindi, per sistemarla all’interno di vasi e contenitori di varie forme o per infilarci dentro gli steli dei fiori.

http://www.fdionline.net/Files/MSDS/SO-OasisFloralFoam6-05-05.pdf

 

Viene venduta in diverse sagome: a mattonella, a sfera, a cilindro, etc.

 

Ne esistono due modelli: quella dura “dry” idrorepellente per fiori essiccati o artificiali e quella per fiori freschi “idrofila” in grado di imbibirsi d’acqua e idratare per un certo periodo i gambi dei fiori.

 

 

 

                            

                   

Perché si utilizza la spugna idrofila?

Innanzitutto rappresenta un supporto meccanico, e poi perché ritarda la marcescenza dei gambi inibendo il proliferarsi dei batteri. Per realizzarla, infatti, si utilizzano composti sintetici mischiati a conservanti specifici. A tal proposito, non ha alcuna rilevanza se questi materiali garantiscano o no il pH ideale per i fiori e gli steli ad essi annessi. Se in una pianta vengono recise le parti apicali, saltano tutte le funzioni fisiologiche che tengono in vita queste parti. Immergere il gambo di un fiore in acqua o infilarlo in una spugna idrofila imbibita è soltanto un artefatto per prolungarne temporaneamente la vigoria e per farlo apparire ancora vivo. In realtà, mancando la continuità con il fusto e l’apparato radicale, il potenziale idrico del sistema (ψtot) si annulla. 

 

In una pianta integra, all’interno dei vasi xilematici, la linfa – arricchita dai soluti circolanti nel terreno – si trova sotto tensione (pressione negativa: ψp < 0) e sale per coesione lungo le vie di scorrimento in colonne d’acqua integre (grazie alla loro elevata forza tensile) verso gli organi traspiranti. Per di più, la concentrazione dei soluti presenti nelle soluzioni nutritive del terreno, nella linfa e nelle cellule della pianta contribuisce ad un altro componente del potenziale idrico che si chiama potenziale osmotico: (ψs)  Perciò, riassumendo: ψtot = ψp + ψs. Esistono poi altri fattori che influiscono sullo stato idrico di una pianta, come il potenziale di matrice o quello di gravità, ma sono in questo contesto ininfluenti e non li tratteremo. Dobbiamo ricordare, inoltre, che l’acqua o la linfa si sposta sempre da zone con potenziale idrico maggiore verso zone con valori minori creando un continuum suolo – pianta – atmosfera: cioè l’acqua dal terreno passa alle radici, da queste al fusto, alle foglie e così via fino all’atmosfera in un movimento ininterrotto ascendente.

 

Se si recide il fusto di un qualsiasi pianta e lo si immerge in acqua, si creano nuove condizioni. Lungo le vie di scorrimento del fusto, intanto, la pressione diventa positiva (ψp > 0), ma questo non impedisce che l’acqua continui a salire per coesione nella corrente circolatoria verso le parti apicali, se esiste un gradiente di potenziale dall’acqua dove è immerso il fiore all’atmosfera. Ciò è importante perché mantiene, in modo temporaneo, una certa pressione di turgore all’interno delle cellule che costituiscono i tessuti e impedisce che il fiore appena colto si afflosci rapidamente.

 

Inoltre, cambiano i parametri osmotici; l’acqua che si fornisce ai fiori attraverso la spugna idrofila, infatti, è altamente diluita, priva di quei nutrienti indispensabili per le funzioni metaboliche della cellula vegetale o utili anche per favorire il trasferimento di soluti o solventi attraverso la membrana plasmatica.

 

Perciò, in base a quanto sopra riportato, è insignificante sapere se queste spugne idrofile presenti in commercio alterano il pH della soluzione dove si immergono i gambi dei fiori, poiché il loro scopo è solo quello di mantenere un certo turgore provvisorio ad una parte di pianta già morta.

 

 

http://www.fiorisecchi.info/artefloreale/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=5&page=3

 

http://www.fioriweb.it/scuola/html/ferri1.html