Cosa sono le “saccadi”? Dovrebbero essere un fenomeno oculare che insorge sotto sforzo: alcuni hanno cercato di dare con esso una spiegazione scientifica… alle sviste arbitrali! (Giuro, ho sentito anche questo!)

I movimenti saccadici, o saccadi, sono movimenti volontari e normali dell’occhio che hanno la funzione di spostare nella zona retinica di massima sensibilità, cioè nella fovea, i vari punti importanti dell’ambiente esterno che stiamo osservando.
L’occhio umano riesce infatti a muoversi all’interno del suo alloggiamento grazie a tre coppie di muscoli (dritti mediale e laterale, dritti superiore e inferiore e obliqui superiore e inferiore).

da  www.nonsoloscuola.org

Muovendosi, l’occhio riesce a spaziare per un angolo di 90°, se a questi sommiamo i 180° del nostro campo visivo fisso, arriviamo ad una panoramica di 270°. Se consideriamo solo l’angolo della fovea, riusciamo ad arrivare ugualmente a un campo visivo di 270° solo aggiungendo i movimenti della testa.
Oltre alle saccadi, esistono altri movimenti oculari possibili:

1. nistagmo fisiologico;
2. rifesso vestibolo-oculare;
3. riflesso optocinetico;
4. movimenti di vergenza;
5. movimenti di inseguimento lento;
6. movimenti saccadici.

Il nistagmo è un movimento involontario dei muscoli oculari, simile a un leggero tremore. Il nistagmo porta a un continuo cambiamento di posizione dell’immagine sulla retina. Se si elimina artificialmente il nistagmo, ad esempio proiettando direttamente un’immagine in un punto fisso della retina, dopo poco questa immagine non viene più percepita.

Il riflesso vestibolo-oculare è anch’esso involontario e la sua funzione è di mantenere lo sguardo sul punto che viene fissato compensando i movimenti della testa. Questo movimento viene mediato dal sistema vestibolare, che è in grado di calcolare la posizione relativa della testa e i suoi spostamenti nello spazio.

Involontario è anche il riflesso optocinetico e la sua funzione è sempre quella di mantenere lo sguardo sul punto fissato, interviene in caso di ampie traslazioni della testa e viene calcolato in base alla velocità di spostamento dell’immagine sulla retina.

I movimenti di vergenza sono invece volontari e permetteno la convergenza dei due occhi su un punto. Questi movimenti sono indispensabili nel caso che l’immagine fissata si avvicini (convergenza degli occhi) o si allontani (divergenza) dal nostro viso.

Il movimento di inseguimento lento, volontario, viene innescato dal movimento di un’immagine all’interno del campo visivo. Se questo movimento è al di sotto dei 100°/sec, i nostri occhi sono in grado di seguire l’immagine e mantenerla ferma sulla retina, permettendoci di apprezzarne i dettagli. Questo movimento è anche in grado di anticipare l’immagine se il suo movimento segue una traiettoria prevedibile.

Infine i movimenti saccadici sono volontari e spostano la posizione della fovea durante l’esplorazione di una scena visiva. E’ un movimento particolare, dal momento che una volta iniziato non permette di cambiare né la velocità né la traiettoria. La velocità massima che può raggiungere è di 900°/sec.
I movimenti saccadici sono alternati a periodi di fissazione che durano in media 300 ms. Spesso le saccadi non portano subito la fovea sul punto da fissare, in questo caso è necessaria una saccade secondaria di aggiustamento. Maggiore è il tempo di elaborazione di una saccade, maggiore è l’accuratezza nel raggiungimento del punto di fissazione.
Quindi le saccadi non sono assolutamente movimenti dovuti alla stanchezza dell’occhio o dell’organismo, ma un normale metodo di esplorazione di una scena visiva. Durante i movimenti saccadici il nostro sistema visivo non acquisisce informazioni, a causa della cosiddetta soppressione saccadica. Questo fenomeno ha una durata estremamente ridotta, durante la quale la nostra mente ricostruisce la probabile scena ambientale a partire dai dati raccolti durante il periodo di fissazione precedente. Tuttavia difficilmente questo fenomeno potrà impedire al cervello di cogliere eventi che si verificano nell’ambiente, che, per quanto veloci, hanno durata sicuramente maggiore di quella di un movimento saccadico. D’altra parte, la nostra mente è spesso costretta a derivare almeno in parte la scena visiva non da dati diretti. L’esempio più classico è quello della macula cieca. La macula cieca è il punto della retina nel quale gli assoni delle cellule gangliari retiniche, riunite nel nervo ottico, abbandonano l’occhio e si dirigono verso i centri di elaborazione superiori. Questa zona è completamente priva di cellule celule fotorecettoriali e quindi il campo visivo che rientrerebbe nella macula è perennemente privo di informazioni. Tuttavia noi non vediamo una macchia cieca nel nostro campo visivo dal momento che la nostra mente riempie questo vuoto attraverso le informazioni delle zone circostanti. Su internet e sui libri sono presenti numerose prove con le quali è possibile rendersi quanto la nostra mente possa sbagliarsi nel ricostruire il mondo circostante. Questi giochi ottici, tuttavia, sono appositamente progettati per ingannare il sistema visivo e le regole perché funzionino sono molto rigide. Nella realtà non è stata mai provata l’influenza di questi fenomeni di ricostruzione della scena visiva sulla percezione di eventi quali …… un fuorigioco.

Illusione di Kanizsa. Vediamo un triangolo inesistente tra gli angoli delineati realmente dai contorni bianchi.

Quindi, se è vero che i nostri occhi spesso ci ingannano, questo è dovuto alla natura stessa dell’immagine, che altro non è che una rielaborazione e integrazione di dati raccolti da un sistema di acquisizione estremamente complesso.

ecco un link dove è possibile reperire una collezione di illusioni ottiche molto interessanti.