Vorrei sapere perchè l’Iran è ritenuto un paese ad alto rischio sismico e in che luoghi generalmente hanno origine i terremoti e quale è stato il più importante terremoto avvenuto negli ultimi anni.

La domanda può, e deve, essere suddivisa in tre parti costituenti ciacuna un argomento indipendente dagli altri due anche se tutti legati alla teoria della deriva dei continenti e alla tipologia dei margini delle zolle tettoniche.
Ecco la suddivisione:
a) cause della elevata sismicità del territorio iraniano;
b) luoghi preferenziali in cui avvengono i terremoti;
c) terremoto più devastante e/o di maggiore magnitudo “degli ultimi anni”

a) Sismicità del territorio iraniano

Il territorio dell’Iran corrisponde alla parte occidentale dell’altopiano iranico, che continua nelle alte terre afghane e pakistane. Tra le catene montuose dell’altopiano si aprono ampi bacini più o meno depressi (deserti del Dasht-e-Kavir e del Dasht-e-Lut). Dall’Azerbaigian partono altri due sistemi montuosi: a Nord la catena dell’Elburz e a Sud, con sviluppo verso il Sud-Est, il sistema dello Zagros. I fiumi più lunghi sono tributari del bacino mesopotamico. Le regioni interne hanno clima arido con forti escursioni termiche; lungo le coste si hanno condizioni tropicali e subtropicali.

Il motore di tutta la sismicità di questa regione del mondo è fornito dalla collisione della placca Arabica con quella Euroasiatica. Questa collisione avviene lungo una direttrice Nord-Sud, ad una velocità di circa 25 mm/anno, provocando l’innalzamento delle catene montuose della Turchia Orientale e del Caucaso. Un altro effetto della collisione Arabia-Eurasia è lo “spostamento” dell’Anatolia verso Ovest e dell’Iran verso Est.
Il meccanismo appena descritto, chiamato di “estrusione”, avviene principalmente lungo grandi strutture crostali: la faglia Nord-Anatolica, quella Est- Anatolica, la zona di deformazione a Sud del Mar Caspio, in territorio iraniano, e le strutture della catena dello Zagros.

Figura 1. Le principali placche (o zolle) tettoniche della Terra con l’indicazione dei loro movimenti e delle zone di espansione, di collisione e di subduzione.

Come si può notare dalla cartina di figura 1, buona parte del territorio iraniano è costituito dalla placca indiana (o microplacca iraniana) separata da importanti faglie dalla placca araba a sud-ovest e dalla placca euroasiatica a nord-est.
La situazione geologica appena descritta è meglio visibile nella sottostante figura 2.
Figura 2. La zona geografica dell’Iran: in rosso sono evidenziate le faglie che solcano il territorio. Le frecce rosse indicano i movimenti dei margini delle zolle. I cerchietti colorati e le stelle verdoline segnano la sismicità del territorio.

Nella figura 2 appare evidente che il territorio iraniano è attraversato da importanti faglie ed è sottoposto a notevoli sollecitazioni tettoniche che determinano l’elevatissima sismicità di questa zona geografica.
L’elevatissimo rischio sismico dell’Iran deriva quindi dal “giacere” sopra una microzolla compressa dalla più grossa zolla arabica contro l’enorme zolla euroasiatica.

Figura 3. Mappa sismica dell’Iran. In questa mappa appare evidente come i terremoti avvengono lungo le faglie che attraversano l’Iran, faglie che sono evidenziate nella precedente figura.

Figura 4. Mappa della sismicità del Medio Oriente.

b) Luoghi principali in cui avvengono i terremoti

Figura 5. Ipocentro, onde sismiche ed epicentro di un terremoto .

Figura 6. mappa della sismicità mondiale, degli epicentri, dei vulcani
attivi e dei limiti delle zolle litosferiche. Le frecce blu indicano il
movimento delle placche.


Figura 7. Distribuzione planetaria dei terremoti.

Una constatazione che risulta evidente dall’osservazione della distribuzione a scala planetaria dei terremoti è che essi non sono dislocati e ne avvengono con la stessa frequenza su tutta la Terra, ma sono concentrati in alcune aree ben definite da un punto di vista geologico.

Vista con gli occhi di un geologo la superficie terrestre appare infatti come un puzzle (figure 1, 6, 7, 8), più semplice di quello dato dai vari confini di stati e nazioni, ma pur sempre un mosaico con tutti i suoi complicati incastri. La complicazione più grossa è data dal fatto che non si tratta di un mosaico immobile, ma di un insieme in continuo movimento: tutte le placche sono a contatto fra loro e in movimento reciproco. Esiste una differenza fondamentale di comportamento fra l’interno e i bordi di una placca. All’interno non si registrano deformazioni: la placca è rigida e scarsamente sollecitata, non presenta né terremoti né, fatta qualche eccezione (punti caldi), vulcanismo. Tutta la dinamica delle placche viene, invece, a concentrarsi lungo le zone di limite fra l’una e l’altra: i margini sono più plastici e si deformano notevolmente, subendo e registrando tutte le vicissitudini legate ai contatti con le altre placche. Negli anni cinquanta non si ritenevano possibili spostamenti in orizzontale della crosta terrestre, e si pensava alla ricostruzione di Alfred Wegener, il padre della deriva dei continenti e progenitore della tettonica delle placche, come a pure fantasie di un parvenu privo di cognizioni geofisiche.

Con la teoria della tettonica a placche formulata per la prima volta da Wegener nel 1915, fu data una spiegazione della distribuzione degli eventi sismici e dei vulcani, e di alcuni fenomeni morfologici come la formazione delle grandi catene montuose. Si scopre così che i terremoti tendono in genere a concentrarsi lungo i margini tra le diverse placche (o zolle) componenti lo strato più superficiale del nostro pianeta (la litosfera).

Figura 8. Le principali zolle in cui è suddivisa la Terra.

Durante il XX secolo, lo sviluppo e conseguente utilizzo di strumentazioni sismiche  (sismografi), consentirono agli scienziati di raccogliere maggiori informazioni riguardo la concentrazione dei sismi in certe aree, in prevalenza lungo le fosse oceaniche e le dorsali in espansione.

Alla fine del 1920, i sismologi cominciarono ad identificare numerose zone ad intensa attività sismica che scorrono per numerosi Km all’interno della Terra e sono poste parallelamente alle fosse, inclinate di 30-70° rispetto all’orizzontale.

Queste zone più tardi divennero note come zone di Benioff-Wadati o più semplicemente zone Benioff in onore dei sismologi che per primi le rilevarono.

Figura 9. Immagine che illustra la zona Benioff e la tipologia di terremoti che avvengono lungo la sua linea: superficiali, intermedi, profondi.

Ma dove e come si forma una zona Benioff?

Quando due zolle (o placche) si scontrano (vedi figura 9), la più pesante scivola sotto quella più leggera (fenomeno chiamato subduzione dal latino subducere= condurre sotto).
La “lingua” di crosta (litosfera) che subduce s’inclina con un angolo variabile dai 30 ai 70º e può raggiungere la profondita di circa 700 Km dove fonde nell’astenosfera composta da magma: questa zona che subduce viene chiamata zona ( o piano) di Benioff.
È proprio in questa zona che subduce che avviene la gran parte degli epicentri dei terremoti i quali possono essere:
– superficiali (fino a 70 Km di profondità);
– intermedi (alla profondità compresa tra 70 e 300 Km);
– profondi (profondità superiore ai 300 Km).
Il terremoto più profondo è avvenuto, ad una profondità di 720 Km.

Lo spessore del piano di Benioff è variabile da circa 25 Km nel caso delle Tonga a più di 100 Km nel caso del Giappone e di altri archi di isole. Si ritiene che non possano avvenire terremoti troppo oltre i 700 Km di profondità poiché a quelle profondità le zolle litosferiche subdotte sono parzialmente o totalmente fuse.

Figura 10. L’immagine riporta le massime profondità degli epicentri dei terremoti verificatisi nelle fosse più profonde del nostro pianeta.

Il 75 % dell’energia associata a terremoti con ipocentro meno profondo di 70 Km avvenuti tra il 1904 ed il 1952 è stata liberata nella fascia circumpacifica.
Un ulteriore 23 % dell’energia sismica liberata nello stesso periodo è concentrata nella fascia di catene montuose recenti che va dal Mediterraneo all’Himalaya (orogeni alpino-himalayani) e negli archi di isole connessi (Egeo, Eolie).
Il restante 2% è legato in gran parte a terremoti che avvengono lungo le dorsali medio-oceaniche.
Appare quindi chiaro che l’ubicazione dei terremoti caratterizza i tratti fondamentali delle strutture litosferiche, giacchè:
a) segue perfettamente l’andamento delle varie dorsali oceaniche;
b) delinea i margini dell’intero oceano Pacifico e dell’oceano Indiano orientale, caratterizzati da vistosi fenomeni recenti di tettonica compressiva;
c) si addentra nelle masse continentali rivelando l’instabilità delle grandi linee di sutura in corrispondenza delle catene corrugatesi durante il ciclo Alpino-Himalayano.
Nella teoria della tettonica a zolle la distribuzione degli epicentri sismici è considerata marcare i limiti tra zolle di litosfera, in moto relativo tra di loro, nelle quali è divisa la superficie terrestre.

c) I terremoti “più importanti”

Va subito detto che la domanda sul terremoto più importante degli ultimi anni, è piuttosto vaga e generica. È vaga perché non si comprende se il lettore per “importante” intende riferirsi solo all’intensità (magnitudo) slegata dai danni causati, oppure se intenda importante un terremoto per la gravità dei danni causati anche se detto terremoto fosse di intensità minore rispetto ad altri terremoti d’intensità maggiore ma con minori danni perché avvenuti lontani da zone abitate.
Va inoltre osservato che il riferimento “degli ultimi anni” è alquanto generico: quali sarebbero gli “ultimi anni” cui riferirsi? L’ultimo ventennio? L’ultimo decennio? L’ultimo lustro (quinquennio)? Oppure gli ultimi due, tre anni?

Ogni anno la terra trema circa 600.000 volte.

L’intensità dei terremoti è valutata secondo la scala Richter (Charles Francis Richter 26/4/1900 – 30/9/1985) o la scala Mercalli (Giuseppe Mercalli 21/5/1850 – 19/3/1914) modificata.

La scala Richter (o, più correttamente, la scala ML della magnitudo locale) è un sistema usato per la valutazione dell’intensità di un terremoto. A differenza della scala Mercalli, la scala Richter non si basa su valutazioni empiriche e quindi su effetti provocati o sensazioni: essa non ha divisioni in gradi. La valutazione dell’energia liberata dal terremoto esaminato è confrontata con un indice, chiamato magnitudo, calcolato rapportando il logaritmo in base dieci dell’ampiezza massima di una scossa e paragonato al logaritmo di una scossa campione.
Lo zero della scala Richter equivale ad una energia liberata pari a 1 chilogrammo di dinamite, o circa 4*106 J. In pratica la scala non fa altro che paragonare l’energia liberata dal sisma a un’equivalente ed ipotetica esplosione di dinamite nel sottosuolo.

SCALA RICHTER
magnitudo TNT equivalente Frequenza
0 1 chilogrammo circa 8.000 al giorno
1 31,6 chilogrammi
1,5 178 chilogrammi
2 1 tonnellata circa 1.000 al giorno
2,5 5,6 tonnellate
3 31,6 tonnellate circa 130 al giorno
3,5 178 tonnellate
4 1000 tonnellate circa 15 al giorno
4,5 5600 tonnellate
5 31600 tonnellate 2-3 al giorno
5,5 178000 tonnellate
6 1 milione di tonnellate 120 all’anno
6,5 5,6 milioni di tonnellate
7 31,6 milioni di tonnellate 18 all’anno
7,5 178 milioni di tonnellate
8 1 miliardo di tonnellate 1 all’anno
8,5 5,6 miliardi di tonnellate
9 31,6 miliardi di tonnellate 1 ogni 20 anni
10 1000 miliardi di tonnellate sconosciuto


La scala Mercalli, invece, valuta i terremoti i base alla gravità dei danni che provocano. Così, ad esempio, può accadere che un terremoto di bassa magnitudo possa provocare gravi danni perchè verificatosi in una zona ad alta intensità abitativa in cui le strutture (case, palazzi, ponti, ecc.) non sono state costruite in base a criteri antisismici.
Un terremoto della stessa intensità, cioé che ha liberato stessa energia, può non causare danni, o causarne minori, se le strutture sono antisismiche.
La scala Mercalli è, quindi, una scala che misura gli effetti di un terremoto sulle persone o sulle cose e non in base all’energia liberata dal sisma.
Va da sè che la misurazione più oggettiva è quella della scala Richter.

scala MERCALLI

grado scossa descrizione 
I 
strumentale 
non
avvertito dalle persone ma solo dagli stumenti (sismografi)
II 
leggerissima 
avvertito
solo da poche persone in quiete, gli oggetti sospesi esilmente
possono oscillare
III 
leggera 
avvertito
notevolmente da persone al chiuso, specie ai piani alti degli
edifici; automobili ferme possono oscillare lievemente
IV 
mediocre 
avvertito
da molti all’interno di un edificio in ore diurne, all’aperto
da pochi; di notte alcuni vengono destati; automobili ferme
oscillano notevolmente
V 
forte 
avvertito
praticamente da tutti, molti destati nel sonno; crepe nei
rivestimenti, oggetti rovesciati; a volte scuotimento di alberi
e pali
VI 
molto
forte
 
avvertito
da tutti, moltispaventati corrono all’aperto; spostamento
di mobili pesanti, caduta di intonaco e danni ai comignoli;
danni lievi
VII 
fortissima 
tutti
fuggono all’aperto; danni trascurabili a edifici di buona
progettazione e costruzione, da lievi a moderati per strutture
ordinarie ben costruite; avvertito da persone alla guida di
automobili
VIII 
rovinosa 
danni
lievi a strutture antisismiche; crolli parziali in edifici
ordinari; caduta di ciminiere, monumenti, colonne; ribaltamento
di mobili pesanti; variazioni dell’acqua dei pozzi
IX 
disastrosa 
danni
a strutture antisismiche; perdita di verticalità a strutture
portanti ben progettate; edifici spostati rispetto alle fondazioni;
fessurazione del suolo; rottura di cavi sotterranei
X 
disastrosissima 
distruzione
della maggior parte delle strutture in muratura; notevole
fessurazione del suolo; rotaie piegate; frane notevoli in
argini fluviali o ripidi pendii
XI 
catastrofica 
poche
strutture in muratura rimangono in piedi; distruzione di ponti;
ampie fessure nel terreno; condutture sotterranee fuori uso;
sprofondamenti e slittamenti del terreno in suoli molli
XII 
grande
catastrofe
 
danneggiamento
totale; onde sulla superfice del suolo; distorsione delle
linee di vista e di livello; oggetti lanciati in aria

Tabella di equivalenza approssimata Scala Richter – Scala Mercalli



Grado Richter esplosione equivalente
Grado Mercalli
0  1 Kg TNT
1 15 Kg TNT (scontro camion di 2 tonnellate a 100 Km/h)
2 500 Kg TNT (mina media di una cava) II-III°
3 15 Tonnellate TNT III-IV°
4 Atomica di Hiroshima V°-VI°
5 20 Kilotoni VII°
6 Bomba all’idrogeno VIII°
7 20 Megatoni IX°
8 1000 bombe atomiche all’idrogeno
9 Energia totale consumata negli USA in 1 mese XII°

Tabella 1. Equivalenza approssimata Scala Richter – Scala Mercalli. Da precisare che la magnitudo di un terremoto confrontato sulla scala Richter può assumere anche valori decimali tra un intero ed il successivo; esempio 2,3 – 4,8 – 7,5 – ecc.

Per soddisfare almeno in parte la curiosità del lettore, ecco qui sotto una tabella che riporta i terremoti più devastanti accaduti nel mondo dal 1970 al 2005.

Tabella 2. Terremoti che hanno causato un elevato numero di vittime dal 1970 al 2005.


Giorno
Ora (GMT)
Magn.
Zona epicentrale


03
07
10
16
16
19
22
22
22
26
28
15:26:40
14:17:35
02:42:51
10:39:24
15:28:27
14:44:27
11:12:00
13:08:01
20:53:59
22:53:59
03:12:11
Mb=7.9

Mb=6.1

Mb=6.4

Mb=7.4

Mb=6.8

Mb=6.2

Mb=6.6

Mb=6.2

Mb=6.1

Mb=6.3

Mb=6.5

Tonga

Mid-Indian Ridge


Aleutian Islands, AK


Kermadec Islands


Nias, Indonesia


Molucca Sea


Koryakia, Russia


Kamchatka, Russia


Banda Sea


Java, Indonesia


New Britain, P.N.G.


tempo origine=Greenwich Mean Time (GMT)

Tabella 3. Terremoti nel mondo nel maggio 2006.

Giorno
Ora italiana
Magn.

Zona epicentrale


03/05
07/05
08/05
08/05
09/05
13/05
16/05
20/05
26/05
29/05
30/05
23:38
00:42
06:05
18:44
09:31
18:22
23:03
09:06
02:26
04:20
13:30
3.5
3.3
3.6
4.3
3.4
3.4
3.5
4.1
3.4
4.9
4.2
Mar Ionio

Valle del Topino (PG)

Mar di Sicilia

Canale d’Otranto

Isole Eolie (ME)

Zona Forlì (FO-RA)

Val Nerina (TR-PG-RI)

Etna (CT)

Casentino (FO-AR-PU)

Gargano (FG)

Mar Ionio

 

Tabella 4. Terremoti in Italia nel maggio 2006.

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Per approfondire:
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=6683
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7042
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7785
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=9359
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=9452
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=9482

Links nella rete

Ecco alcuni indirizzi dove trovare altre tabelle sui terremoti avvenuti in periodi vari:
http://www.edicolaweb.net/atlan07b.htm
http://eduseis.na.infn.it/didattica/laboratorio7/laboratorio7.htm
http://cosco-giuseppe.tripod.com/storia/guerra_sismica.htm
http://profezie3m.altervista.org/archivio/lista_terremoti_mondo.htm