Ho questa frase da capire: la mappa magnetica ottenuta è polo ridotta (i=60°,d=70°). Mi potete gentilmete indicare cosa vuol dire polo ridotto?

Il magnetico è senz’altro il primo dei metodi geofisici impiegati per l’indagine delle caratteristiche fisiche delle rocce. Tale tipo di prospezione, in particolare, è stata da sempre utilizzata sia per ricerche di minerali magnetici e sia per ricerche strutturali a scopo scientifico ed economico.

Oggi, più frequentemente, l’impiego della prospezione magnetica è finalizzata a ricerche a grande respiro sia come profondità di investigazione e finalità, quali ad esempio gli studi crostali o quelli legati alla tettonica delle zolle.
Vari sono anche gli strumenti normalmente utilizzati per la prospezione magnetica: si va dalla bussola a strumenti che misurano le variazioni delle componenti del campo magnetico terrestre (ad esempio i variometri magnetici), ad altri per la misura del campo totale o delle sue componenti (magnetometri).

Le misure magnetometriche possono essere effettuate sulla superficie del terreno, in galleria, in mare, in aereo, e lungo i fori di sonda.
Tuttavia a seconda delle finalità delle prospezioni, saranno diverse anche le procedure: ad esempio potrà essere effettuato un rilievo più speditivo quando si intende indagare magari mineralizzazioni con alta suscettività magnetica o invece occorrerà porre più attenzione, effettuando anche delle correzioni, quando si effettuano rilevamenti magnetici su scala regionale o ricerche minerarie a bassa suscettività magnetica.

In genere quando si eseguono le prospezioni occorre eseguire una correzione delle misure magnetiche: si parla in tal caso di “anomalia” rispetto ad un valore normale. La correzione sarà rapportata alla stazione di riferimento cui riferire tutte le misurazioni e ricavare per differenza il valore dell’anomalia. Si ritiene in genere accettabile quella stazione nell’intorno della quale, per una raggio di circa 200 metri, le letture sono pressappoco uguali.
Le correzioni vengono effettuate sia a causa della variazione diurna, sia per la latitudine e longitudine, che per la topografia. In genere ciò che comunque importa maggiormente è definire l’equazione degli effetti magnetici verticali del corpo magnetizzato verticalmente per induzione del campo magnetico terrestre. Questo perché gli effetti magnetici che vengono prodotti da un corpo, alle nostre latitudini, sono dello stesso ordine di grandezza di quelli che darebbe lo stesso corpo magnetizzato verticalmente. Più in particolare si osserva che tale assunzione è fatta anche perchè in realtà, nella fase interpretativa dei rilievi magnetici, è molto utile rendere i risultati indipendenti dalla latitudine.
Per tale motivo viene usualmente adottato il metodo della riduzione al polo che consente di ricavare dalla carta magnetica da interpretare le anomalie che si sarebbero osservate se il rilievo fosse stato eseguito al polo (da qui il termine di mappa polo ridotta), dove la direzione del campo magnetico terrestre è verticale. In pratica il principale effetto ottenuto è quello di consentire di “spostare” le anomalie magnetiche direttamente nella posizione al di sopra della loro sorgente o origine (come se la misurazione fosse effettuata proprio al polo nord).

L’effetto principale di riduzione al polo è quindi quello di consentire di eliminare la natura dipolare delle anomalie. Così la presenza di anomalie nella mappa polo ridotta può dare importanti indicazioni sulle effettive magnetizzazioni indotte nell’area indagata.

La mappa seguente riporta le anomalie riscontrate in un edificio vulcanico a seguito del rilievo e successiva riduzione al polo.
L’area rossa corrisponde alla magnetizzazione prodotta da rocce dacitiche e andesitiche non demagnetizzate a seguito di alterazioni espositive ad agenti erosivi o per cause idrotermali.
Le aree in blu sono invece il risultato di alterazioni della topografia o di rocce vulcaniche demagnetizzate.
In questa maniera è possibile pertanto distinguere le parti facilmente collassabili o comunque mobilizzabili a seguito di eventi vulcanici, localizzando le anomalie in funzione dell’origine e distribuzione delle stesse.

 


Bibliografia
– Armando Norinelli (1982) – Elementi di geofisica applicata. Pàtron editore.
 
– Baranov – Naudy (1964) – Numerical Calculation of the Formula of reduction to the Magnetic pole, Geophysics, Vol. 40 – N° 4.

– High Resolution, Low Altitude Aeromagnetic and Electromagnetic Survey of Mt Rainier By V. L. Rystrom, Carol A. Finn and Maryla Descsz-Pan.