22-07-2003 per
commenti |
È
possibile avere le formule per la risoluzione di equazioni di terzo e quarto grado
con le relative dimostrazioni? Da quanto ho trovato in internet non ho capito
molto... Vorrei anche sapere (se è possibile) la dimostrazione di Ruffini
del fatto che oltre il quarto grado non esistono formule risolutive.
La domanda posta richiede una risposta più lunga, approfondita e elaborata di quanto è opportuno trattare in questo spazio, quindi in questa pagina riporto solo i fatti salienti e passaggi più delicati mettendo in evidenza gli aspetti generali dell'argomento evitando i noiosi calcoli, per i quali rimando ai siti elencati alla fine di questa breve esposizione. Nozioni generali sulle equazioni algebriche Considerato un polinomio Pn(x) = anxn + an-1xn-1 + ... + a1x + a0 di grado n, è detto zero di Pn(x) un qualsiasi numero z (reale o complesso) per il quale si abbia Pn(z) = anzn + an-1zn-1 + ... + a1z + a0 = 0. Risulta subito evidente che, in base alla definizione appena enunciata, la ricerca degli zeri di Pn(x) è equivalente alla ricerca delle soluzioni (radici) dell'equazione algebrica: anxn + an-1xn-1 + ... + a1x + a0 = 0. (1) Si può facilmente dimostrare che se z è uno zero di Pn(x) allora il polinomio x - z divide Pn(x) e viceversa, se x - z divide Pn(x), allora z è uno zero di Pn(x). Se indichiamo con Pn-1(x) il polinomio quoziente di questa divisione, può capitare che z sia anche uno zero di questo polinomio e in tal caso si dimostra che il polinomio (x - z)2 divide Pn(x): in tal caso, z è detto zero di molteplicità 2. In generale, se (x - z)k divide Pn(x), allora z è detto zero di molteplicità k e, in analogia a tale terminologia, z, è detta soluzione k-upla dell'equazione (1). Il teorema fondamentale dell'algebra afferma che Pn(x) ammette esattamente n zeri, a patto di considerare ciascuno di essi con la propria molteplicità, ossia, se z1, z2, ..., zm sono zeri di molteplicità rispettivamente k1, k2, ..., km, allora k1 + k2 + ... + km = n e Pn(x) si può scrivere nel seguente modo: Un altro risultato importante è che se z = a + ib è una radice complessa di Pn(x), allora anche il suo complesso coniugato z' = a - ib è una radice di Pn(x); da questo segue immediatamente che se n è dispari l'equazione (1) ammette almeno una soluzione reale, mentre se n è pari essa potrebbe ammettere solo soluzioni complesse non reali. Equazione di terzo grado Considerata l'equazione di terzo grado ax3 + bx2 + cx + d = 0 (2), per quanto prima asserito si possono verificare i seguenti casi:
Operando la sostituzione y = x + b / 3a, l'equazione (2) diviene: y3 + 3py - 2q = 0 con , (3) alla quale si dà il nome di equazione depressa. Operando la sostituzione y = (z - t) essa diventa (z - t)3 + 3p(z - t) - 2q = 0. (4) Tenendo presente che comunque si scelgano due numeri complessi z e t, è sempre verificata l'identità (z - t)3 + 3zt(z - t) - (z3 - t3) = 0, e confrontando quest'ultima con la (4), abbiamo che z e t devono soddisfare il seguente sistema: (5) Dalla prima della (5) si ricava t = p / z e dalla seconda z3 - (p / z)3 = 2q da cui z6 - 2qz3 - p3 = 0, che con la sostituzione u = z3 diventa un'equazione di secondo grado nell'incognita u, u2 - 2qu - p3 = 0. Risparmiandoci inutili e tediosi calcoli diciamo solamente che una volta trovate le due soluzioni u1 e u2 si calcolano e t1 = p / z1, t2 = p / z2 da cui si ricava
Osserviamo che queste due soluzioni coincidono (attenzione: sono la stessa soluzione, non si tratta una radice di molteplicità 2). Infatti,
Come però detto in precedenza, un'equazione di terzo grado ammette 3 soluzioni, quindi dobbiamo cercare le altre due. Per fare ciò indichiamo con s l'unica soluzione fino a questo momento trovata, ; poniamo e e dividiamo l'equazione (3) per il polinomio (y - s), ottenendo in questo modo l'identità y2 + sy + (s2 + 3p) = 0, la quale è un'equazione di secondo grado. Risolvendo quest'equazione e tenendo presente che, come si può dimostrare (vi risparmio i calcoli), si ottengono le tre soluzioni cercate dell'equazione (3):
Infine, ricordando che y = x + b / 3a, si ottengono le soluzioni dell'equazione (2): con Il fatto che nella seconda e nella terza soluzione compaia un numero immaginario (la radice quadrata di -3) non implica necessariamente che le due radici siano complesse, così come la prima radice può essere complessa anche se dalla sua espressione questo termine non appaia esplicitamente. Tutto dipende dai valori che assumono p e q, quindi A e B. Un ruolo importante lo svolge il discriminante = q2 + p3 e in particolare:
L'aspetto più strano in quest'ultimo caso è che, per trovare i valori reali delle tre radici, occorre trattare i numeri complessi che compaiono sotto il segno delle radici cubiche. Equazione di quarto grado Passiamo adesso alla risoluzione delle equazioni di quarto grado ax4 + bx3 + cx2 + dx + e = 0 (8) (ipotizziamo che sia a > 0, posizione che non lede la generalità del procedimento). Con il cambio di variabile x = y - b / 4a, si ottiene
la quale, dopo vari calcoli diviene: y4 + 2Ay2 - By - C = 0 con Aggiungendo A2 ad entrambi i membri si ha y4 + 2Ay2 + A2 = A2 + By + C; tenendo presente che al primo membro si ha un quadrato perfetto, abbiamo (y2 + A)2 = A2 + By + C. Aggiungendo poi w2 + 2Aw + 2wy2, con w da determinare in modo che al secondo membro si abbia un quadrato, otteniamo (y2 + A + w)2 = 2wy2 + By + (w2 + 2Aw + A2 + C). Affinché al secondo membro ci sia un quadrato perfetto deve risultare che il suo discriminante (rispetto a y) sia uguale a 0, ossia = B2 - 8w(w2 + 2Aw + A2 + C) = 0 da cui 8w3 + 16Aw2 + 8(A2 + C)w - B2 = 0 la quale è un'equazione di terzo grado, ed ammette almeno una soluzione reale che indichiamo con W, per cui si ha (y2 + A + W)2 = 2W(y + B / 4W)2 e, ponendo H = (2W)1/2, (y2 + A + W)2 = H2(y + B / 4W)2, che fornisce due equazioni di secondo grado:
y2 + Hy + (A + W - HB / 4W) = 0,
le quali, risolte, danno le soluzioni cercate. Equazioni di grado superiore al quarto. L'equazione algebrica (1) si dice risolubile per radicali se le sue soluzioni sono ottenibili con un numero finito di operazioni razionali (addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni) ed estrazioni di radice. Le equazioni di secondo, terzo e quarto grado sono risolubili per radicali. Nel tentativo di trovare le soluzioni delle equazioni di grado superiori al quarto i matematici hanno scoperto le seguenti relazioni tra i coefficienti dell'equazione (1) e le sue radici z1, z2, ..., zn: Queste relazioni, dovute a Viete, risultano fondamentali nella dimostrazione (che qui omettiamo per la sua complessità, in quanto fa uso dei concetti di strutture algebriche quali i campi, gruppi di simmetria e gruppi ciclici) del Teorema (di Abel-Ruffini): in generale, un'equazione di grado superiore al quarto (n 5) non è risolubile per radicali. Questo teorema non afferma che qualunque equazione di grado n 5 non è risolubile per radicali, ma che esistono equazioni non risolubili per radicali. Per esempio, x5 + x + 1 = 0 non è risolubile per radicali, mentre x5 - x4 - x + 1 = 0 lo è. Bibliografia e approfondimenti http://www.matematicamente.it/approfondimenti/Equcub.dochttp://web.unife.it/altro/tesi/A.Montanari/algebra.htm http://www.mbservice.it/scuola/tartaglia/le_equazioni_di_terzo_grado.htm http://www.dimi.uniud.it/~gorni/Dispense/TerzoGrado.pdf |