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La più vicina stella a neutroni

stella a neutroni RX J185635-3754La foto qui a fianco è stata ottenuta sovrapponendo tre esposizioni, effettuate in tre momenti diversi, di un medesimo campo stellare appartenente alla costellazione della Corona Australe. Tutte le stelle si sovrappongono perfettamente, a parte l’oggetto indicato dalle frecce, il quale si sposta con un moto apparente alla velocità di 1/3 di secondo d’arco all’anno. Accanto ad ogni freccia è indicata la data dell’esposizione.

Si tratta di una stella a neutroni che gli astronomi conoscono dal 1992, con la sigla RX J185635-3754. La sua distanza dalla Terra è stata determinata con grande precisione dalle osservazioni del Telescopio Spaziale Hubble analizzando la piccolissima oscillazione del suo moto, dovuta all’effetto di parallasse. Infatti, l’orbita del nostro pianeta attorno al Sole determina l’apparente “oscillazione” dei corpi celesti relativamente vicini, rispetto allo sfondo costituito delle stelle più lontane. Quanto più ampia è l’oscillazione, tanto più vicino è l’oggetto osservato. L’oscillazione di 0,016 secondi d’arco che “perturba” il moto della stella a neutroni, corrisponde ad una distanza dalla Terra di 200 anni-luce.

La sua velocità apparente sulla volta celeste, di 1/3 di secondo d’arco all’anno, ci potrebbe sembrare molto piccola. Per percorrere nel cielo una distanza pari al diametro apparente della Luna, impiega ben 5.400 anni. Eppure, si tratta di una delle stelle più veloci che solcano il nostro cielo (la più veloce di tutte è la stella di Barnard che percorre 10 secondi d’arco all’anno). Conoscendo la distanza, è stato possibile calcolare la sua velocità “assoluta”: 389.000 chilometri orari.

L’estremo interesse che suscita questa stella dipende dalle sue caratteristiche peculiari. Innanzitutto è una stella a neutroni “isolata”, la cui elevatissima tempera superficiale (600.000 °K) non dipende da fenomeni di cattura del’idrogeno dall’ambiente esterno, bensì dipende esclusivamente dalla sua giovane età (un milione di anni) e dal suo progressivo e “naturale” processo di raffreddamento. La sua relativa vicinanza alla Terra, inoltre, ne fa una straordinaria fonte di informazioni, adatta a verificare le teorie di astrofisica nucleare.

Le stelle a neutroni sono dei piccoli corpi (il diametro è di pochi chilometri) costituiti esclusivamente da neutroni "compattati". Possiedono perciò una densità elevatissima (diecimila miliardi di volte la densità dell’acciaio) e un intenso campo gravitazionale. Soltanto la straordinaria energia coinvolta nell’esplosione di una supernova può spiegarne l’origine.

Si ipotizza che RX J185635-3754 provenga da un gruppo di giovani stelle della costellazione dello Scorpione. Circa un milione di anni fa una stella massiccia, appartenente ad un sistema binario, esplose come supernova trasformandosi in stella a neutroni. L’esplosione provocò anche l’allontanamento reciproco delle stelle che formavano coppia. La compagna è una stella blu caldissima conosciuta ora con il nome di Zeta Ophiuchus, che si sta allontanando in senso opposto dal luogo dell’esplosione. Dallo studio delle traiettorie si è potuto constatare che, un milione di anni fa, Zeta Ophiuchus e la stella a neutroni si trovavano nella stessa regione.

La stella a neutroni fuggitiva, fu scoperta per la prima volta in seguito alla rilevazione di una intensissima sorgente di raggi X da parte del satellite ROSAT. La sorgente, pur essendo invisibile nello spettro ottico, non poteva essere più lontana di 500 anni luce. Da questi fatti, gli astronomi supposero che si trattasse di una stella a neutroni: un oggetto molto caldo e molto piccolo (meno di 20 km di diametro).

Quattro anni dopo il Telescopio Spaziale Hubble identificò la sorgente fotografandone la controparte ottica. Si trattava di un corpo celeste molto debole (di magnitudine apparente 26), di colore blu. Il colore blu, tipico degli oggetti molto caldi, concordava con l’intensa emissione X.