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L’Hubble insegue le tracce della debole controparte ottica di un lampo gamma

Vedi anche gli articoli delle successive osservazioni
L’Hubble identifica la posizione della controparte ottica di un lampo gamma (GRB 970228)
L’Hubble segue le tracce transitorie della "sfera di fuoco" del  lampo gamma (GRB 970228)

Burst Gamma I lampi gamma, improvvise ed energiche emissioni di raggi gamma (gamma-ray burst, GRB), rappresentano ancora uno dei  fenomeni più enigmatici e violenti dell’universo. Avvengono con la frequenza di circa una al giorno e durano da qualche frazione di secondo a pochi minuti. Data la loro caratteristica improvvisa e transiente, non è ancora stato possibile identificarne la cosiddetta "controparte ottica" cioè l’oggetto visibile che è sede del fenomeno.
Vi sono diverse ipotesi sulla possibile distanza di tali oggetti rispetto a noi,  ma se le sorgenti di raggi gamma si trovassero, come qualcuno sospetta, in lontanissime galassie, l’energia rilasciata da un singolo burst dovrebbe essere pari a quella emessa dal sole in dieci miliardi di anni!
Il 28 febbraio 1997 fu registrato un  gamma burst (chiamato GRB 970228)  da diversi satelliti specializzati nel rilevare questo tipo di fenomeno, fra cui anche il satellite italiano
BeppoSAX. Un paio di telescopi terrestri, fra cui il W.Herschel di 4,2 metri situato a La Palma (isole Canarie) riuscirono a rilevare un oggetto che era visibile in quella regione di cielo subito dopo l’evento ma che si indebolì e scomparve definitivamente il 23 marzo. Questa sarebbe la prima volta che gli astronomi riescono a catturare la controparte ottica di un gamma burst . La Wide-field Planetary Camera 2 (WFPC2) dell’HST, il 26 marzo riuscì a catturare il debolissimo oggetto (figura qui sopra). Il telescopio spaziale continua a seguire il rapido affievolimento della sua luminosità che  ha raggiunto in pochi giorni la magnitudine 23.
Burst Gamma
Nel dettaglio qui sopra si può notare che la sorgente ha due componenti: un oggetto puntiforme ed una nebulosità estesa. L’osservazione dell’affievolimento di queste due componenti potrebbe portare ad un passo avanti nella soluzione dell’enigma sulla distanza dell’oggetto: infatti, se la nebulosa non si affievolirà, sarà più probabile che si tratti di una lontanissima galassia. Al contrario, se anche la nebulosa svanirà, l’ipotesi che il gamma burst  avvenga in regioni interne alla nostra Galassia diventerà più plausibile.


la
successiva osservazione del burst gamma GRB 970228